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QUARANTENA DA COVID-19, UNA SORTA DI GROUNDHOG DAY, TRA LA REALTÀ RIPETITIVA, E NOTIZIE VERE CHE VOGLIONO FARCI PASSARE PER FAKE NEWS

 

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Loro non mi vedono, ma io sì, passano tutti giorni alla stessa ora, le 16.30, e fanno lo stesso percorso. Come si chiama quel film? Groundhog Day, Il giorno della marmotta (‘‘Ricomincio da capo’ è il titolo in italiano).
È come nel film. Si ripete ogni giorno la stessa messa in scena. Dal mio giardino attraverso il telo verde di recinzione li vedo sempre uguali. Sono due persone, un uomo e una donna sui quarant’anni. Lei ha la mascherina, lui no. Camminano velocemente distanziati tra loro di mezzo metro, e sfrecciano con passo da podista. Pensavo, il primo giorno, che fossero solo due che si sbrigavano ad andare a fare la spesa. L’unica movimentazione permessa. Ma accade tutti i giorni e i due ripetono dieci giri intorno al comprensorio. Sogno o son desta? Sono dentro un film? Forse mi trovo in una sorta di The Truman Show, perché anche il vecchietto con il cane passa di qui la mattina verso le 11.00, sempre alla stessa ora antimeridiana, e me ne accorgo da dentro casa quando sento abbaiare il suo Bassotto nero focato; così il ragazzo del secondo piano che è patito di Renato Zero e riascolta i suoi dischi puntualmente a mezzogiorno. Ma pure il camion dell’immondizia passa regolarmente alle 14.00. Mah... Ritorno al mio libro. Ne leggo circa 20 pagine per volta, il tempo occorrente a rubare un po’ di Vitamina D per il mio organismo. Non che il libro di Daniel Speck non meriti, ma mi piace centellinarlo e rileggere di quei luoghi, nella piccola Sicilia di Tunisi, di cui tanto già so dai racconti dei miei parenti. Annoto nomi dei luoghi, l’Avenue del Paris, l’hotel Majestic, la Medina. Descrizioni scritte sul libro che già conosco dai racconti uditi da bambina.
I due ripassano, sempre a passo veloce. Chiudo il libro e preparo la lista settimanale della spesa online. È la stessa della scorsa settimana. Tutto questo è inquietante… Che posso fare per accertarmi che non sono dentro il film della marmotta?
Mi voglio interessare di più del covid-19 dove le cose non sono sempre uguali a se stesse perché c’è tutto e il contrario di tutto ogni giorno.

L’amica che abita di sopra mi chiede se è tutto ok. Confermo e le chiedo a mia volta: «Ma questi che passano veloci ogni giorno alla stessa ora?».
«È illegale», mi risponde.
«Io ho il dubbio che mi vedano attraverso il telo. Forse trovano strano trovarmi seduta qui sempre allo stresso orario. Mi pare che correndo si voltino e gettando uno sguardo verso me ridano».
«Ridono, ridono!», dice la mia coinquilina.
«Allora mi vedono?».
«Boh… Ma è illegale andare in giro intorno alle palazzine».
«Perché?».
«Ieri la polizia mi ha fermato mentre andavo a comprare la frutta al negozio qui vicino – mi racconta -. Hanno voluto il foglio dell’autocertificazione, ma mi hanno redarguito perché ero troppo vicina ad uno in fila. Che stress! Ho fatto la coda tre quarti d’ora, che botta di vita all’aria aperta! Stavamo fuori dal negozio ed entravamo uno per volta. Quando sarebbe toccato a me il vigile mi ha detto di spostare la macchina, così ho perso il turno. Mi sono rimessa in fila (nel frattempo era passato ancora un quarto d’ ora), e quando sono entrata io un altro cliente si è infilato nel negozio. Allora mi sono incavolata e gliel'ho detto: «È illegale!».
La saluto velocemente prima che mi ripeta che hanno portato via un uomo che abita al quarto piano, con l’ambulanza intubato. Ammalato di coronavirus. Me lo dice tutti i giorni. Rientro per evitare la ripetizione. Tra poco arrivano gli addetti alla consegna della spesa online. Ripeterò il rito della disinfezione di tutti contenitori, la frutta, le scatole, con acqua e candeggina. Meglio non lasciare nulla al caso. Anche questo è un rito ripetitivo, come il tè alle cinque e la ginnastica alle 9.30. Ma non solo io tengo a fare un po’ di attività fisica. Il papà dei due ragazzini che hanno la casa di fronte ogni giorno ripete trenta flessioni e trenta piegamenti, poi trenta passetti di corsa da fermi. Hanno un balcone ampio pieno di luce e piante. Contano tutti ad alta voce sicché li sento anche se sono dentro la mia abitazione. È un bell’esempio dal padre ai figli. Insegnare a fare la ginnastica insieme.
La ringhiera in ferro del villino che confina con il nostro comprensorio è enorme e lì il proprietario è occupato da giorni a scartavetrare, stuccare e dipingere. Ha intenzione di farla tornare come nuova e lavora con molto impegno dalle 9 di mattina alle sedici del pomeriggio, con una breve pausa per il pranzo.

Questa è la realtà di tutti i giorni, ripetitiva ma concreta fino a prova contraria. Poi c’è un mondo virtuale che ci subissa di informazioni, non si sa quanto vere.
Sulle cure per esempio molti gridano contro le fake news, tanto da far diventare difficile capire se si tratta di fake news o se chi vi grida contro non produca egli stesso fake news.

Come in questi giorni sulle dichiarazioni di Luc Montagnier, il premio Nobel che ipotizza che la fuoriuscita del virus dal laboratorio cinese potrebbe essere avvenuta nell’ultimo trimestre 2019, mentre erano in corso sperimentazioni sull’HIV. Lo scienziato porta argomentazioni interessanti a conforto della sua tesi, chi invece grida alle fake news non sembra confutare punto per punto tali teorie.
Speriamo tutti nel vaccino, ma c’è chi dichiara che sarà difficile che il vaccino possa coprire ogni mutazione che il virus compie. In Corea del Sud più di 100 persone che erano immuni perché avevano avuto l'infezione Covid-19, ora ad un ennesimo esame sono di nuovo contagiosi. È un virus bastardo che cambia passando da un posto ad un altro. Questo però non ci dovrebbe deprimere perché comunque il vaccino o "i vaccini" saranno funzionali per quella parte di popolazione che avrà preso "quel tipo" di virus modificato. Poi si tratta di virus depotenziati, e si potrebbe - a distanza - fare alla popolazione una o più vaccinazioni, ognuna per un tipo. Ho fiducia che troveranno l'optimum per debellare il coronavirus.
Le cure sperimentate sono di diverso tipo (anticoagulanti, antiartritici, antivirali, anche dosi di vitamina C e vitamina D tanto denigrate, che invece sulla base di numerose pubblicazioni sembra che un aiuto alle difese immunitarie lo apportino).
L’uso del plasma di soggetti guariti funziona a Mantova e Pavia. È un metodo già usato in passato, contro la Sars e la Mers, contro Ebola. Se ne occupano il pneumologo dott. Giuseppe De Donno al Carlo Poma di Mantova e l’immunologo Cesare Perotti del San Matteo di Pavia.
Sento in continuazione trasmissioni tv in cui ognuno dichiara che una cura è efficace, che invece l'altra non va bene. Proprio stamattina alla radio un esperto della Sanità - un alto esponente - dichiarava che non bisogna credere a quello che si pubblica perché spesso si riportano notizie in rete solo per farsi pubblicità e molte cose sono false, e la domanda era sui coaguli del sangue che spesso sono quelli che portano alla morte. Quindi sull’uso dell’Eparina, che pure ha una sua efficacia in certe fasi della malattia. Ora dal Veneto c’è il ritrovato che sembra l’uovo di colombo ed è la Bromexina che pare funzioni contro il virus. L’ultima tra le notizie utili è di oggi: "Coronavirus, Vitamine C-D, zinco e medico di base: la barriera anti Covid". Diranno che anche questa notizia è falsa?

A parte il fatto che molta gente sa distinguere le verità dalle Fake news, trovo scorretto depotenziare i metodi di guarigione laddove funzionano. (vedi quanto hanno tenuto in sordina il risultato del Cotugno, del dott. Ascierto). Mi ricordo pure che all’inizio tutti “gli esperti” a partire dall’OMS dichiaravano che le mascherine non servivano, ed io che le avevo ordinate quasi ho dovuto farlo di nascosto per non essere considerata un po’ cretina. Gli antivirali specifici è quello che urge ottenere, ma in attesa di averli a disposizione è giusto agire sulle "conseguenze" che porta il virus, per esempio l'arresto cardiaco, la polmonite, i coaguli e le trombosi.
Perché non si muore di virus, ma di conseguenze nefaste che il virus porta al corpo del malcapitato. Dopodiché la formula magica è non prendersi l’infezione. Allora #stiamoacasa.

Wanda Montanelli

* L'iimmagine è tratta dal film The Truman Show 1998 diretto da Peter Weir, nel 1998.