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AFGHANISTAN, APPROVATA LEGGE CHE NEGA IL CIBO ALLE MOGLI CHE RIFIUTANO RAPPORTI SESSUALI

AFGHANISTAN, APPROVATA LEGGE CHE NEGA IL CIBO ALLE MOGLI CHE RIFIUTANO RAPPORTI SESSUALI

Afghanistan/ La legge di Karzai sulle mogli: i mullah approvano

 

L'inviato di El Pais: la gente in strada non sa o non vuol sapere Roma, 18 ago. (Apcom) - Il governo Karzai ha approvato qualche giorno fa la legge sul diritto di famiglia per la minoranza sciita, che fra l'altro impone alle donne di non uscire di casa senza il permesso del marito, e consente a quest'ultimo di negare anche il cibo alla consorte se si rifiuta di avere rapporti sessuali. Si tratta di una versione emendata della famigerata legge che 'legalizzava gli stupri' in famiglia, e che tante critiche internazionali provocò pochi mesi fa. Sta di fatto che Hamid Karzai, il presidente fin qui sostenuto dalla comunità internazionale, ha promulgato la legge e un'organizzazione come Human Rights Watch lo accusa di una manovra elettorale in vista delle presidenziali che si terranno giovedì. Ma le reazioni internazionali, questa volta, sono tiepide. L'inviato del quotidiano spagnolo El Pais, Ramon Lobo, è andato a Kabul a indagare. La gente per strada pare indifferente. Così il tassista Hatezoulà spiega che non ne sa nulla, ma che "la moglie deve chiedere il permesso per uscire di casa, lo dice la legge islamica". Accanto a lui, Zahin assicura che non negherebbe il cibo alla moglie perché gli rifiuta i rapporti coniugali: "ci sono tanti modi di ottenerlo!". La signora Zaba al centro della Croce Rossa accetta di parlare, ma per dire che non ne sa nulla, "Non ho la televisione. Io non ho problemi a uscire per lavorare, sono l'unica che ha un lavoro. Noi donne sciite siamo libere". Alla moschea di Janal-mina, il mullah Mohakik Zada sostiene che la nuova legge "dà molti diritti alla donna, la protegge. La proibizione di uscire di casa senza permesso è già nel Codice civile, adesso questo testo stabilisce che può farlo in caso di urgenza, come una malattia". E del resto, "l'uomo promette di mantenere la donna di tutto da quando esce da casa del padre, è logico che abbia il diritto di impedirle di uscire per strada". La donna sciita insomma è ridotta al rango di persona sotto tutela: nel paese in cui la comunità internazionale si vanta, almeno, di aver dato il diritto di voto a tutti. Il testo prevede che il marito sciita disponga del "tamkeen", ovvero abbia il diritto di negare alla moglie il sostegno materiale, compreso il cibo, oltre che l'affidamento dei figli, se questa si rifiuta di soddisfare le sue richieste. Stabilisce inoltre che la donna debba chiedere al marito l'autorizzazione per lavorare. Infine, assicura l'immunità agli stupratori se questi pagano il risarcimento in denaro alla donna violentata. Aqu 18-AGO-09

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