Roma, 18 mag. (Adnkronos) -
Nell'articolo di cronaca sul giuramento del governo varato da Romano
Prodi, il New York Times si sofferma sulla figura di Tommaso Padoa
Schioppa, e sull'''ampia approvazione'' di cui il ministro puo' far
conto fra gli economisti, nel momento in cui ''le agenzie di rating
premono perche' l'Italia faccia scelte difficili''.
Roma, 18 mag. (Adnkronos) -
Nell'articolo di cronaca sul giuramento del governo varato da Romano
Prodi, il New York Times si sofferma sulla figura di Tommaso Padoa
Schioppa, e sull'''ampia approvazione'' di cui il ministro puo' far
conto fra gli economisti, nel momento in cui ''le agenzie di rating
premono perche' l'Italia faccia scelte difficili''.
Il
quotidiano americano prende nota anche delle critiche rivolte
a Prodi per l'inclusione di solo sei donne nel governo. ''Solo una di
loro, Livia Turco, al ministero della salute, viene presa in
considerazione nel gruppo di potere piu' alto'', scrive il
corrispondente da Roma.
''Nel momento in cui l'Italia deve affrontare problemi economici
difficili e compromessi politici per sorpassarli, la distribuzione
delle poltrone e' stata complicata'', riporta inoltre il New York
Times ricordando come ''almeno il leader di un partito abbia
minacciato di lasciare se non avesse preso un incarico importante'' e
di come questo rappresenti ''un pericolo potenzialmente fatale'' per
il governo.
GOVERNO: LONTANA LA 'QUOTA ROSA'
EUROPEA, NON 33% MA 21,6% =
(AGI) - Roma, 18 mag. - "Si poteva fare di piu'...". Romano
Prodi ha tutte le ragioni per lamentarsi parlando della
presenza delle donne nella sua squadra di governo. La 'quota
rosa' nell'esecutivo del Professore e' lontana dell'obiettivo
europeo del 33%, un terzo che la direttiva comunitaria fissa
come il minimo. Infatti, se tra i ministri la presenza delle
donne 6 su 25, raggiunge il 24%, quasi un quarto, nel totale
della compagine le cose peggiorano.
L'organico complessivo, traministri, vice ministri e sottosegretari,
e' di 97 membri: di questi 21 sono donne con la 'quota rosa' italiana
che scade al21,6%, poco piu' di un quinto. La responsabilita'? Tutte
le'incaricate' indicano i partiti". (AGI)
GOVERNO: 'EL PAIS', L'ITALIA
AVRA' UN ''GOVERNINO'' =
Roma, 18 mag. (Adnkronos) - ''L'Italia avra' finalmente un
governo di centro-sinistra, in verita', 'un Governino' come si possono
definire nel gergo politico italiano gli esecutivi deboli e dalla
navigazione incerta che fanno presagire che non arriveranno alla fine
della legislatura''. Cosi' il quotidiano spagnolo 'El Pais' descrive
la nuova squadra di governo, in un commento intitolato ''Il
Governino'' .''Romano Prodi, che ha vinto per uno strettissimo margine
su Silvio Berlusconi alle elezioni di aprile, ha presentato ieri la
sua lista al neoeletto presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano: 25 ministri, solo sei dei quali donne''.
''Spicca soprattutto la presenza all'incarico degli
Esteri di Massimo D'Alema, l'ex dirigente del PCI, ed attuale leader
dei Democratici di Sinistra; il ritorno alla politica attiva dell'ex
primoministro socialista Giuliano Amato come titolare dell'Interno, e
l'ingresso dell'indipendente moderatoTommaso Padoa-Schioppa in
Economia. Ex membro della Direzione della Banca centrale europea, la
cui designazione e' stata bene accolta dai mercati internazionali ,
dovra' fare miracoli per curare questo malato che oggi e' il paese
alpino e al quale la Commissione Europea e l'FMi chiedono senza rinvii
l'adozione di misure per ridurre il deficiit fiscale e stimolare la
crescita''.
''I duri negoziati che Prodi ha condotto con vari dei nove gruppi che
compongono la sua coalizione - conclude- evidenziano le
difficolta' che sta avendo nel controllare la propria alleanza di
centrosinistra''.
STAMPA ESTERA: LA "FRAGILE ALCHIMIA" DEL "GOVERNINO"
Da Mastella e la
mafia alla carenza di donne. Prodi sotto accusa
Roma, 18 mag. (Apcom) - Poco incoraggiante la rassegna dei titoli
della stampa estera dedicati al neogoverno Prodi. Durissimo
l'editoriale del Pais in Spagna: "Il Governino". "Prodi forma un
governo di compromesso" per il francese Figaro, mentre il
corrispondente di Liberation riflette su "La fragile alchimia del
governo Prodi". Stranamente più morbido il
Financial Times - che durante la presidenza della Commissione Ue aveva
attaccatoduramente l'attuale premier - e per la prima pagina di oggi
silimita a un neutro: "Prodi nomina la sua squadra", sopra la foto
di Tommaso Padoa Schioppa. "Prodi giura, ma i problemi politici
ed economici appaiono minacciosi" titola il New York Times. E,
ancora, un articolo durissimo dal Guardian di Londra: "Il
ministro della Giustizia italiano collegato a un'inchiesta sulla
mafia".
Il gioco delle poltrone che si è consumato in questi giorni -
"durato fino a poco prima dell'annuncio" della formazione -
ricorda "tristemente" al Pais "i tempi del manuale Cencelli, una
minuziosa guida agli equilibri inventata dal funzionario omonimo,
a cui la Democrazia Cristiana ricorreva sempre quando stava al
potere e c'era una crisi per la ripartizione dei portafogli
ministeriali fra le correnti interne della
Dc e i partiti laici".
Liberation rincara la dose, facendo notare i dubbi espressi dalla
comunità ebraica sulla nomina di D'Alema alla Farnesina, per via
delle sue "posizioni molto critiche su Israele e le sue aperture
nei confronti di Hamas".
Secondo il quotidiano francese, "nel 1996, in occasione del suo
primo governo, Prodi aveva innovato inserendo (nell'esecutivo)
diverse personalità del mondo accademico e della società civile,
mentre questa volta si è essenzialmente accontentato di aprire le
porte al banchiere Tommaso Padoa Schioppa".
Libé concede che la presenza di Amato e Bonino danno al governo una
"forte spintaeuropeista", ma non manca di rammentare che "fra il veto
degli uni e le minacce degli altri, Romano Prodi è stato costretto a
giocare all'alchimista, anticipando le difficoltà che dovrà
affrontare nella gestione quotidiana del potere".
"Mastella - sottolinea ancora il puntuale corrispondente - andrà
alla Giustizia, nonostante i suoi frequenti attacchi contro
alcuni giudici accusati di avere 'creato un clima di terrore', e
dopo essere stato, come ricorda il giornalista Marco Travaglio,
'testimone al matrimonio di un mafioso che fornì documenti falsi
al padrino dei padrini Bernardo Provenzano'". Il Guardian titola
proprio sui "legami" di Mastella con Clemente Campanella e
un'"indagine sulla Mafia". "Prodi - è il sottotitolo - è
statocostretto a dargli l'incarico per mantenere il difficile
equilibrio di potere". Altrimenti, scrive ancora il quotidiano
britannico, "il futuro del suo governo di centrosinistra sarebbe
stato in pericolo".
Segue a ruota il Figaro, che insiste sui "compromessi"
cui èstato costretto il presidente del Consiglio. Insieme a due
"leader turbolenti" come il Verde Pecoraro Scanio e Di Pietro, il
quotidiano d'Oltralpe rileva la presenza di due "pesi massimi"
come Giuliano Amato (ribattezzato "Il Rocard italiano", in onore
all'ex premier di Mitterrand) al Viminale e Padoa-Schioppa
all'Economia. Sarà quest'ultimo, osservano i due quotidiani
europei, a doversi occupare delle "finanze traballanti" del paese
(la definizione è del Guardian).
"I compiti più urgenti che si trova di fronte l'esecutivo
italiano - scrive il Financial Times - saranno quelli di produrre
una valutazione rigorosa delle finanze pubbliche e annunciare
nuove misure per frenare il crescente deficit di bilancio e il
debito pubblico". E la crisi economica italiana non sfugge
nemmeno oltreoceano, dove si rileva l'incombenza dei "problemi
politici e finanziari", nel titolo del New York Times.
Anche il quotidiano della Grande Mela prende di mira
Mastella, "più conservatore di molti altri nel governo, per cui già si
mormora che la sua nomina potrebbe complicare qualsiasi
iniziativa per il riconoscimento delle unioni omosessuali". La
stampa estera non trascura, del resto, la questione di genere.
"Solo sei donne, di cui cinque senza portafoglio" fa notare il
settimanale tedesco Die Zeit.
Mentre Prodi, rimprovera
Liberation, "aveva promesso di riservare alle donne almeno un
terzo dei ministeri".
GOVERNO. POCHE DONNE ANCHE TRA I
SOTTOSEGRETARI, 13 SU 72
SOLO UNA VICE MINISTRO, SENTINELLI (PRC) AGLI
ESTERI.
(DIRE) Roma, 18 mag - Niente quote rosa, neanche nei posti di
sotto governo. Fra i 72 sottosegretari, infatti, solo 13 sono le
donne e solo uno di questi sara' viceministro, ovvero Patrizia
Sentinelli, di Rifondazione comunista, al ministero degli Esteri.
Per il resto, le donne sono fuori dai ministeri economici, dal
ministero della Difesa, mentre numericamente discreta e' la loro
presenza in quelli che si occuperanno di welfare.
Questa la lista delle sottosegretarie: Marcella Lucidi al
ministero dell'Interno, Daniela Melchiorre alla Giustizia, Rosa
Rinaldi al Lavoro, Letizia De Torre e Mariangela Bastico
all'Istruzione, Cristina De Luca alla Solidarieta' sociale,
Elena Montecchi e Danielle Mazzonis alla Cultura, Laura Marchetti
all'Ambiente, Beatrice Magnolfi alle Riforme Donatella Linguiti
alle Pari opportunita' e infine Chiara Acciarini al ministero per
la Famiglia.
GOVERNO: 'LIBERAZIONE', EQUILIBRATO MA MASCHILE E
PATRIARCALE =
Roma, 18 mag. (Adnkronos) - Il governo Prodi e' ''equilibrato,
ricco di figure politiche forti, che riflette sia il pluralismo
dell'Uniuone sia il ruolo preminente che dentro all'Unione
spetta allaforza maggiore, l'Ulivo: un quadro d'insieme positivo dove
sono apertispazi per l'innovazione e per battaglie politiche
importanti, anzitutto sul terreno sociale e del rapporto con i
movimenti''. E' il giudizio di 'Liberazione', nell'editoriale di Rina
Gagliardi, sull'esecutivo che ha giurato ieri, al quale viene
assegnato il ruolo di ''tappa'' verso ''la trasformazione''.
Intanto, 'Liberazione', evidenzia ''un grave limite strutturale
e, perfino, un serio deficit democratico: il governo Prodi e' assai
piu' maschile e patriarcale di quanto fosse auspicabile e perfino
prevedibile, visto che alle donne sono stati assegnati pochi ministeri
(sei in tutto) ma quasi tutti senza portafoglio e nessun ministero
politicamente pesante''.
Insomma, nota 'Liberazione', dopo ''tante chiacchiere'' solo
''un angolo di Cenerentole'' destinato ''al massimo a ingetilire la
rude virilita' della squadra governativa''. ''E che questo -rincara-
sia frutto non di una volonta' dichiarata contro le donne, ma del
concorso congiurato di logiche tipiche dei partiti, delle diverse
esigenze dei leader e dei subleader, nonche' delle rivendicazioni di
poteri piu' o meno forti, non e' un'attenuante, ma se mai una
aggravante''.