Prima di accedere alla trattazione specifica e descrittiva, di cui non facile è il rimando alla letteratura vuota di concetti ma piena di esempi meramente interpretabili di riferimento, è pregiudiziale imprimere che L’INTERESSE DEL MINORE – PREMINENTE – MAI PUÒ SCINDERSI DA QUELLO DEI SUOI GENITORI E DALL’INTIMO RAPPORTO PSICO-FISICO CON GLI STESSI.
E ciò nonostante l’avallo colpevole dei sedicenti professionisti prezzolati dal sistema (psichiatri e psicologi, professionisti forzatisi nella casistica e privi di vera scienza diagnostica o strumentale), che argomentano appunto con un un contorsionismo statistico ove si distorcono i numeri in meglio (auto conferma di convenienza), nascondendo i numeri negativi.
La serenità educativa e formativa, oltre che la tutela fisica, può essere trovata dalla personalità in crescita solo e solamente attraverso un modulo continuo, emotivo ed ininterrotto, di formazione trasferita dal confronto casalingo con i due genitori, e naturalmente con l’apporto - integrativo e mai sostitutivo - delle strutture scolastiche.
Qualunque invasore della famiglia, di fatto o fondata su matrimonio ed ancorché imposti da una autorità giudiziaria, risultano essere una stridente risposta sociale ad una problematica personale, e pertanto assolutamente inadeguata - quando non dannosa - alle esigenze del minore, stante l’indifferenza dogmatica di chi svolge un lavoro lucrativo e non una missione, tantomeno religiosa.
Tale assioma è dettato dal fatto che, per definizione non certo disattesa dalla incostituzionale sostituzione con gli estranei giudiziari, GLI UNICI TUTORI MOTIVATI AFFETTIVAMENTE E FUTURIBILMENTE AL DI SOPRA DEI SOSPETTI (E NONOSTANTE LE IMPERFEZIONI UMANE), SONO SOLO E SEMPRE I GENITORI NATURALI.
E nessun altro, nonostante la conveniente costante imposizione di rivoluzioni concettuali ribaltanti, che vedono genitori putativi o soggetti estranei vantarsi di fornire il medesimo affetto qualitativo e quantitativo, allo scopo teleologico di fare accettare degradi sociali altrimenti da rimuovere a costi non in bilancio.
E questi costi di rimozione, oramai INGIGANTITI DALLA SECOLARE POLITICA DI DISTRUZIONE FAMILIARE ATTUATA DALLO STATO, non incontrano oneste volontà di impegno, riscontrando un welfare che sceglie le vie “economiche e lucrative” di disimpegno morale ed impegno remunerativo.
E’ un salvare capra e cavoli, lanciando le famiglie ed i bambini nei tunnel della distruzione emotiva ma procurando lavoro al precariato professionale mai sazio, cioè uccidendo la capra e bruciando i cavoli mano a mano che arrivano.
Pari opportunità tra genitori significa precisamente pari opportunità esistenziali per tutti i minori nella società